Nel mondo dell'imballaggio in continua evoluzione, l'industria del cartone e del cartoncino svolge un ruolo fondamentale nel plasmare il modo in cui i prodotti vengono presentati e percepiti. Si tratta di un settore dinamico in cui l'innovazione incontra la sostenibilità, e le persone di talento hanno un impatto significativo. Quest'ultima serie di interviste di Pro Carton celebra le persone di talento che danno forma all'innovazione e alla sostenibilità nel settore del packaging, colleghi che vivono la sostenibilità e che rendono questo spazio di lavoro divertente e stimolante.

Vi presentiamo Dino Vettorel, che ha dedicato oltre tre decenni alla cartiera Santa Giustina di RDM Group, dove attualmente ricopre il ruolo di Environmental & Loss Prevention Manager. In questo ruolo cruciale, Dino assicura la conformità alle normative ambientali, guida il miglioramento continuo dell'impatto ambientale e supervisiona le certificazioni vitali per l'industria del cartone.

Riflettori puntati su Dino Vettorel, Responsabile Ambiente e Prevenzione Perdite di RDM Group

Contesto e introduzione

  • La preghiamo di fornire una breve presentazione di lei e del suo attuale ruolo nell'industria del cartone e del cartoncino.

Mi chiamo Dino Vettorel e lavoro in RDM Group presso la cartiera di Santa Giustina dal 1990. Attualmente ricopro il ruolo di Responsabile Ambiente e Prevenzione Perdite. Il dipartimento di Loss Prevention è stato istituito qualche anno fa e si integra naturalmente con le attività ambientali che svolgiamo da tempo. Il mio ruolo è quello di garantire la conformità normativa per quanto riguarda gli aspetti ambientali dei processi produttivi, lavorando costantemente per ridurre il nostro impatto ambientale.

È fondamentale monitorare e prevenire potenziali problemi che potrebbero causare non conformità ambientali, evitando così interruzioni della produzione. Gestisco anche il sistema ISO 14001, collaborando con tutti i miei colleghi per garantire che le procedure operative soddisfino gli standard richiesti. Inoltre, supervisiono la certificazione forestale FSC/PEFC, sempre con l'obiettivo di migliorare le prestazioni ambientali della struttura.

  • Come è nato il suo interesse per questo settore e cosa l'ha portata al suo attuale percorso professionale?

Pur non avendo una formazione specifica in studi ambientali, sono sempre stata affascinata dal mondo della produzione della carta. Fin da quando ero bambino, ero affascinato dallo stabilimento di Santa Giustina quando ci passavamo davanti sulla strada per Belluno.

Il vostro percorso di carriera

  • Può descrivere le tappe fondamentali e le esperienze che hanno segnato la sua carriera in questo settore?

Avendo iniziato il mio percorso in cartiera occupandomi del controllo di gestione e passando poi alla pianificazione della produzione, ho acquisito una conoscenza approfondita del processo di produzione del cartone. Queste basi si sono rivelate preziose quando, nel 2001, il Gruppo RDM ha avviato la certificazione ISO 14001 in tutti i suoi stabilimenti. A questo punto mi sono impegnato a fondo nelle questioni ambientali, guidando il processo di certificazione per lo stabilimento di Santa Giustina e dedicando da allora la mia attenzione a quest'area critica.

Sulla base di questa esperienza, nel 2006 ho assunto la responsabilità dell'intero processo delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA), garantendone i necessari aggiornamenti ad ogni modifica dell'impianto.

  • Ci sono state sfide particolari o punti di svolta che si sono distinti nel suo percorso professionale?

Sicuramente il passaggio da un lavoro puramente d'ufficio alla gestione ambientale sul campo è stato un punto di svolta significativo. Questo cambiamento mi ha permesso di vedere la cartiera da una nuova prospettiva e di capire dove e come intervenire per mitigare gli impatti ambientali.

Nel 2018 abbiamo affrontato la prima revisione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale per la produzione di carta secondo le nuove linee guida europee sulle BAT (Best Available Techniques). Si è trattato di un processo complesso, che abbiamo gestito interamente al nostro interno senza dover ricorrere a consulenti esterni. Il risultato è stato molto positivo.

Nel 2017, in occasione della fiera Ecomondo di Rimini, abbiamo incontrato un'azienda specializzata nella costruzione di impianti per il riciclo di contenitori per alimenti liquidi. Da questo incontro è nato un progetto che ha portato all'installazione di una macchina innovativa presso la cartiera. Questa macchina separa in modo efficiente il materiale fibroso dai vari componenti degli imballaggi multimateriale, migliorando il recupero delle fibre e riducendo la produzione di rifiuti di cellulosa.

Lavoro e responsabilità quotidiane

  • Come si svolge una giornata o una settimana tipo nel suo ruolo attuale?

Non esiste una giornata tipo: il mio lavoro è molto dinamico e richiede una presenza costante. Le attività principali riguardano il monitoraggio e la gestione degli aspetti ambientali come i rifiuti, l'acqua, le emissioni atmosferiche e acustiche. L'inizio di ogni mese è particolarmente intenso, perché raccogliamo e analizziamo i dati per il rapporto annuale di sostenibilità. Collaboriamo anche con laboratori esterni per monitorare i parametri ambientali richiesti dalle nostre autorizzazioni.

Gestisco anche l'Emissions Trading, con la contabilizzazione mensile delle emissioni di CO₂, dati che vengono utilizzati per convalidare le quote assegnate. Dedico inoltre molto tempo all'aggiornamento e alla verifica delle procedure ISO 14001, assicurandomi che siano in linea con gli obiettivi ambientali del Gruppo RDM.

  • Ci sono progetti o iniziative specifiche in cui siete stati coinvolti di recente che ritenete particolarmente interessanti o innovativi?

Uno dei progetti più interessanti riguarda la valorizzazione dei rifiuti di cellulosa. Negli ultimi anni, insieme al management, ci siamo concentrati sulla ricerca di alternative all'invio dei rifiuti di cellulosa alle discariche o ai termovalorizzatori. Di recente, abbiamo avviato una collaborazione con un'azienda specializzata nella costruzione di impianti che generano energia termica ed elettrica dai materiali recuperati.

Si tratta di un progetto basato sulla pirolisi, un processo di trasformazione molecolare che ci permette di produrre un gas di sintesi, paragonabile per utilizzo al gas naturale, partendo dai materiali plastici presenti nei rifiuti di cellulosa. È un progetto ambizioso che stiamo portando avanti con il supporto del nostro Energy Manager.

Impatto del settore

  • In che modo ritiene che il suo lavoro contribuisca agli aspetti sostenibili ed ecologici dell'imballaggio in cartone?

L'industria cartaria è notoriamente ad alta intensità energetica e idrica. Tuttavia, negli ultimi anni abbiamo ridotto in modo significativo l'utilizzo di queste risorse. Abbiamo implementato macchine e soluzioni più efficienti che ci consentono di utilizzare meno acqua e meno energia, il che è stato un grande risultato.

A Santa Giustina abbiamo introdotto un sistema innovativo che ci permette di recuperare e riutilizzare parte dell'acqua scaricata dalla sezione biologica del nostro impianto di trattamento delle acque reflue industriali. Quest'acqua recuperata viene ora utilizzata per la lubrificazione delle tenute meccaniche, riducendo significativamente il fabbisogno di acqua dolce. Grazie a questa iniziativa, siamo in grado di recuperare circa 900.000 metri cubi di acqua all'anno, dando un contributo sostanziale alla conservazione dell'acqua e alla sostenibilità dei nostri processi produttivi.

Inoltre, abbiamo sostituito la nostra vecchia linea di imballaggio - che richiedeva energia elettrica e gas naturale e utilizzava il film termoretraibile per avvolgere i pallet in fogli di cartone - con una nuova tecnologia più efficiente: il sistema "Stretch Hood". Questa soluzione utilizza il film estensibile per incappucciare i pallet, eliminando la necessità di calore e riducendo notevolmente il consumo energetico. Il risultato è un risparmio energetico complessivo di circa 1.500.000 kWh all'anno, con benefici tangibili sia dal punto di vista ambientale che economico.

Ogni giorno ci impegniamo a ridurre l'impatto ambientale, contribuendo così a un modello di produzione più circolare e sostenibile.

  • Quali tendenze o sviluppi del settore la entusiasmano di più e come influenzano il suo lavoro?

Negli ultimi anni è cresciuta l'attenzione per le prestazioni ambientali, in particolare per il consumo di acqua. Questa è una delle aree su cui ci concentriamo maggiormente: anche piccoli miglioramenti possono portare a grandi risultati. Allo stesso modo, stiamo lavorando per ridurre l'inquinamento acustico e ottimizzare il consumo energetico, aree in cui abbiamo già compiuto progressi significativi.

Consigli e ispirazione

  • Quali consigli ha da dare a chi sta pensando di intraprendere una carriera nell'industria del cartone e del cartoncino?

Ai giovani dico sempre: non abbiate paura, siate curiosi. Cercate di capire a fondo i processi, fatevi coinvolgere, date il vostro contributo: avrete una mentalità più aperta all'innovazione e al cambiamento. Solo rimboccandovi le maniche troverete spunti e motivazioni per crescere professionalmente e personalmente.

  • Ci sono risultati personali o professionali di cui siete particolarmente orgogliosi e che vorreste condividere?

Sicuramente l'introduzione nella nostra cartiera di un macchinario che è stato poi adottato da molte altre cartiere in Italia e all'estero. Sono anche molto orgoglioso di come gestiamo la nostra discarica interna, che ci permette di rispettare appieno le normative ambientali e di apportare significativi vantaggi economici in termini di gestione dei rifiuti.

  • Qual è il motivo per cui è orgoglioso di lavorare nell'industria del cartone e del cartoncino?

La cartiera incarna davvero lo spirito dell'economia circolare e dei processi industriali sostenibili. Mi piace raccontare al mio team e agli studenti tutto ciò che facciamo in cartiera per contribuire al benessere del nostro pianeta.

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